di WWF Lodigiano Pavese –
Raccontare il binomio collina di San Colombano al Lambro e Wwf vuol dire ripercorrere tappa dopo tappa tutta la storia della nostra sezione. Fin dai suoi inizi infatti, con la guida di Giuseppe Mazzara e con la sede a Graffignana, ci si è occupati di un’area collinare chiamata “Il bosco di Graffignana” dove si sono realizzate visite guidate e ricerche.
Poi, quando la sede della associazione si è trasferita a Sant’Angelo Lodigiano l’interesse collinare si è rafforzato con la costante partecipazione alle attività di Gianni Leporelli che, affiancando Mazzara, ha creato un forte intervento collinare. Si parlò tanto in quegli anni (la prima metà degli anni ’80) di costituzione di un parco collinare. E ce n’è voluto di tempo e di ostinazione, ma il parco si è finalmente realizzato.
Sulle colline abbiamo realizzato tante belle iniziative. Ricordiamo le pulizie dei boschi sui declivi collinari, raccogliendo i rifiuti più improbabili dai divani alle lavatrici. Ma anche la messa a dimora di piante nelle tante piantumazioni periodiche organizzate ai piedi della collina (famose furono quelle nelle aree dei depuratori del Consorzio Basso Lambro) . E poi la partecipazione decisa e sentita dei banini alla battaglia per la costruzione del depuratore di Nosedo e per la pulizia del Lambro, il fiume che contorna la collina. Non sono mancati tanti banchetti informativi e partecipazione a manifestazione di piazza.
In tempi più recenti abbiamo lavorato con tante altre associazioni al campo di avvistamento rapaci, tutti abbiamo imparato a distinguere un falco pecchiaiolo, alla realizzazione del laghetto delle libellule e delle farfalle, che è pure diventato tappa di un ciclabile verde del WWF. L’ultima iniziativa in collina è stata in piena epidemia covid, per ricordare l’amico scomparso. Insomma tanto impegno per una collina nel centro della pianura che vogliamo sia preservata e mantenuta verde.

A questo punto è bene spiegare cosa intendiamo per biodiversità , dietro questa parola si nasconde la diversità non solo tra le diverse specie presenti in un habitat ma anche all’interno di una stessa specie che viene trasmessa con il DNA. La biodiversità garantisce un equilibrio che permette la sostenibilità di un ambiente.
La collina di San Colombano è posta dove prima c’era un mare preistorico e per questo motivo ancora oggi troviamo fossili di conchiglie, simbolo di una biodiversità che ci arriva da lontano.
Oggi nella collina troviamo mammiferi, anfibi, rettili e insetti in grande quantità: per citarne qualche esempio tra i mammiferi abbiamo il ghiro (Glis glis), il tasso (Meles meles) e la donnola (Mustela nivalis). Tra gli uccelli la cinciarella (Cyanistes caeruleus), il cuculo (Cuculus canorus) e l’upupa (Upupa epops) da cui molti poeti hanno tratto ispirazione. Tra gli anfibi il rospo smeraldino (Bufotes balearicus) o la raganella (Hyla intermedia). Tra i rettili troviamo la lucertola dei muri (Podarcis muralis) e il ramarro (Lacerta bilineata) e infine abbiamo insetti come la libellula (Aeschna cyanea) o la cicala (Cicada orni).
Anche tra la flora abbiamo molte specie come la rosa di macchia (Rosa canina) o la pervinca (Vinca minor)
Tra i funghi ( che non avendo la clorofilla non sono piante ) troviamo il chiodino (Armillaria mellea).
Flora e fauna convivono in un equilibrio che garantisce ad ognuno di sopravvivere: vegetali, erbivori, carnivori e funghi insieme, compongono il ciclo della vita sulle colline. Tutti questi esseri viventi, soprattutto i funghi, entrano in fiabe, leggende e antiche tradizioni che giungono fino a noi e che fanno parte della nostra storia.

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