Triturus carnifex

foto Constantinos Photiuo


Foto Constantinos Photiou

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Identificazione
E’ un urodelo di struttura relativamente robusta, che può raggiungere i 18 cm di lunghezza. È riconoscibile in tutte le stagioni per la sua colorazione ventrale rossa o arancione con estese macchie nere.
Le femmine e i giovani mostrano frequentemente una caratteristica linea gialla mediodorsale che si allunga dalla nuca fino alla punta della coda.
Il maschio, in fase acquatica, è provvisto di una vistosa cresta frastagliata lungo tutto il corpo (coda inclusa) e sulla coda è ben visibile una banda laterale argentata, mentre in fase terrestre presenta il dorso nerastro.
Habitat e biologia.
E’ una specie rinvenibile sia in zone
aperte che in ambienti boschivi, prevalentemente di latifoglie, ricchi di sottobosco. Durante la fase di vita terrestre (giugno-febbraio) svolge attività notturna, necessitando di umidità al suolo e di copertura arborea o arbustiva.
Raggiunge l’acqua tra febbraio e marzo e vi rimane sino a maggio-giugno. Per la riproduzione predilige corpi d’acqua temporanei, di dimensioni medio-piccole, non molto profondi, con acqua limpida, soleggiati, con vegetazione e situati all’interno o in prossimità di aree boscate. Gli accoppiamenti avvengono in genere da dicembre a giugno.
Durante il corteggiamento, che si svolge in acqua, i maschi inarcano il dorso assumendo una posizione tipica davanti alle femmine; contemporaneamente, ripiegano la coda verso il muso della femmina, facendola oscillare ritmicamente a intervalli regolari (tail fanning). Questo comportamento ha lo scopo di mostrare la cresta e la banda bianca alla partner, e di veicolare verso il muso della femmina, con lo sventolio della coda, feromoni sessuali emessi da ghiandole localizzate nella cloaca (ghiandole paradisiache). Se la femmina si mostra ricettiva nei confronti del maschio, questi depone una piccola spermatofora sul fondo del corpo idrico contenente gli spermatozoi, che la femmina inserisce nel proprio corpo tramite la cloaca (fecondazione interna)
Le femmine depongono circa 250 uova relativamente grandi, bianco-giallastre . Le uova vengono fatte aderire singolarmente su piante acquatiche, nell’arco di diverse settimane. Le larve sgusciano dopo 2-3 settimane, raggiungono fino a 8 cm di lunghezza e compiono la metamorfosi circa 3 mesi dopo
Le larve, una volta metamorfosate, abbandonano l’acqua per tornarvi al momento della maturità sessuale, raggiunta tra due e quattro anni di età a seconda della quota.
Durante la fase terrestre, la dieta degli adulti è costituita da invertebrati terrestri (insetti, lombrichi, piccoli crostacei, molluschi); durante la fase acquatica, i tritoni crestati adulti si nutrono di invertebrati acquatici, tritoni giovani e girini, e sono stati segnalati anche per consumare pelle di anfibio.
Le larve di tritone crestato mangeranno girini di rana e altre salamandre larvali, oltre a una vasta gamma di invertebrati acquatici
I tritoni crestati adulti hanno secrezioni cutanee tossiche, così come tutti i membri della famiglia Salamandridae . Tuttavia, vengono consumati da una serie di predatori Le larve di tritone crestato tendono ad essere pelagiche (nuotano liberamente) piuttosto che nascondersi, rendendo le larve più vulnerabili ai predatori acquatici .
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Valutazione del rischio di estinzione nella Red List IUCN
Nonostante la specie sia ampiamente distribuita, negli ultimi 10 anni è andato perso circa il 25% dei siti e molti dei rimanenti vengono occupati da specie esotiche riscontrando una riduzione della popolazione a livello locale. Per queste ragioni la specie viene valutata Quasi Minacciata (NT), prossima a Vulnerabile (VU)
Minacce
Le specie di tritone crestato sono tra i taxa di anfibi in più rapida diminuzione in Europa: sono particolarmente vulnerabili alla frammentazione dell’habitat a causa della loro incapacità di spostarsi su lunghe distanze. Inoltre, T. carnifex è altamente sensibile ai cambiamenti nella qualità dell’acqua, quindi un’altra principale minaccia per questa specie è l’inquinamento. I tritoni crestati larvali sono anche particolarmente suscettibili alla predazione da parte dei pesci e di specie alloctone quale il gambero della Louisiana Procambarus clarkii
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Misure di protezione
Elencata in appendice II, IV della direttiva Habitat (92/43/CEE) e in appendice II della Convenzione di Berna. Presente in numerose aree protette.
Ciononostante, alcune delle specie alloctone che lo minacciano (es. Procambarus clarkii) si stanno diffondendo rapidamente anche all’interno delle aree protette.
Possono essere pertanto necessari interventi gestionali specifici.
Fonti
V. Ferri – Anfibi e Rettili in Lombardia -1990- Quaderno n.5/90 commisione Conservazione WWF Lombardia
R.M. Schiavo – Gli anfibi in provincia di Cremona – 2001- Centro di documentazione ambientale- Quaderni 11 – Provincia di Cremona
Atlante degli Anfibi e dei Rettili della Lombardia – 2004- “Monografie di Pianura” n.5- Provincia di Cremona
V. Ferri – Anfibi e Rettili in Lombardia -1990- Quaderno n.5/90 commisione Conservazione WWF Lombardia
R.M. Schiavo – Gli anfibi in provincia di Cremona – 2001- Centro di documentazione ambientale- Quaderni 11 – Provincia di Cremona
Atlante degli Anfibi e dei Rettili della Lombardia – 2004- “Monografie di Pianura” n.5- Provincia di Cremona