Rana verde

Genere Pelophylax

Leo Bogert, CC BY-SA 3.0
girino di Rana verde
Rane verdi in canto agli stagni del Giardino delle farfalle delle libellule a San Colombano al Lambro.

Identificazione

E’ la rana per antonomasia, quella che viene in mente a chiunque quando si parla di rana.

Le rane verdi vengono definite collettivamente come “Complesso delle rane verdi” in quanto a distinzione tra le diverse specie facenti parte del genere Pelophylax è possibile solo tramite analisi genetiche.

In Italia settentrionale sono rappresentate prevalentemente da due forme (lessonae-ridibunda), in parte ibride, i cui caratteri esterni sono molto simili e la distinzione delle diverse forme è spesso assai difficile.

Le loro dimensioni vanno dai 7 ai 14 cm, con i maschi più piccoli delle femmine. Il colore del dorso varia dal verde erba al verde oliva, al verde scuro, al marrone punteggiato e spesso è presente una linea dorsale chiara; il ventre invece è bianco con macchie grigie.

Non presenta la macchia temporale scura presente nelle rane rosse e i maschi hanno due evidenti sacchi vocali biancastri posizionati dietro le mandibole. il loro canti echeggiano per tutta la buona stagione. Nel periodo degli amori hanno avambracci muscolosi e callosità sul primo dito della mano.

Habitat e biologia

Le rane verdi sono strettamente legate all’ ambiente acquatico e sono abili nuotatrici. Si riproducono in vari habitat acquatici come risaie, marcite, fossi, stagni, cave allagate, lanche e bordi paludosi di laghi e fiumi, in genere evitano gli habitat freddi e ombrosi.

La rana dei fossi (P. lessonae) tende a tollerare maggiormente l’ombra ma risente maggiormente di fattori di inquinamento o disturbo. Il periodo di attività va da metà marzo a metà ottobre, D’estate vive in acqua o nelle immediate vicinanze, mentre trascorre l’inverno nel fango o più raramente a terra.

Le uova vengono deposte in tarda primavera in ammassi sferici ancorati alla vegetazione di fondo. La metamorfosi si completa in tre o quattro mesi dalla deposizione.

Insettivora, amante del sole, gregaria e piuttosto vocifera; sono attive sia di giorno che di notte.

Valutazione del rischio di estinzione nella Red List IUCN

Si nota un declino difficilmente quantificabile in parte dell’areale italiano dovuto prevalentemente all’introduzione di rane e gamberi alloctoni, utilizzo di pesticidi e mutate pratiche agricole (risaie), tuttavia non è sufficiente per farla rientrare in una categoria di minaccia e pertanto è valutata a Minor Preoccupazione (LC).

Minacce

Minacciata dall’ inquinamento dell’ acqua e dalla bonifica delle zone umide. Il declino della specie parentale P. lessonae può influenzare direttamente la sua popolazione. La raccolta per scopi alimentari è vietata in alcune regioni dell’Italia settentrionale.

Misure di protezione

Elencata in appendice V della direttiva Habitat (92/43/CEE). Protetta dalla legislazione nazionale e presente in aree protette

V. Ferri – Anfibi e Rettili in Lombardia -1990- Quaderno n.5/90 commisione Conservazione WWF Lombardia

R.M. Schiavo – Gli anfibi in provincia di Cremona – 2001- Centro di documentazione ambientale- Quaderni 11 – Provincia di Cremona

Atlante degli Anfibi e dei Rettili della Lombardia – 2004- “Monografie di Pianura” n.5- Provincia di Cremona

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